Smart by Frédéric Martel

Smart by Frédéric Martel

autore:Frédéric Martel [Martel, Frédéric]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2015-09-29T22:00:00+00:00


La Fcc è un’agenzia bipartisan per sua stessa natura, ha cinque membri nominati per cinque anni dal presidente degli Stati Uniti, tre sono del partito di maggioranza, tra cui il chairman, due devono appartenere all’opposizione. Tutti devono essere confermati dal Senato e sono irrevocabili. I duemila pubblici ufficiali della Fcc sono soggetti a un obbligo di riservatezza sulle proprie opinioni politiche (anche se, secondo uno studio, sono per lo più democratici). Il budget della Fcc è dell’ordine di trecentocinquanta milioni di dollari nel 2013; è “deficit-neutral”, mi si continua a dire con compiacimento all’interno dell’agenzia, poiché non è finanziato dal governo, ma attraverso i costi della regolamentazione e di altre tasse pagate direttamente dai media. “Al contribuente americano, la Fcc non costa nulla,” dice Al Sikes. Del resto, è stato proprio lui a sostenere un nuovo modo di assegnazione delle frequenze: invece di attribuirle attraverso audizioni o sorteggio, come avveniva in genere, ha favorito le “auctions” (vendite all’asta). Questa procedura, poi diffusasi in tutto il mondo, è stata proposta dai repubblicani ma poi è stata sostenuta anche dai democratici, poiché permette di far entrare denaro nelle casse del governo federale. L’indipendenza economica, prima ancora che politica, è un aspetto fondamentale dell’identità della Fcc e ciò piace ai politici di entrambi gli schieramenti.

“La realtà è che il Congresso non capisce granché sui nostri temi, né i democratici, né i repubblicani. Ne sono completamente estranei. Rispetto ai membri della Fcc sanno solo che il fatto di essere in disaccordo con il chairman permette loro di attirare l’attenzione dei giornali,” commenta cinicamente Al Sikes. Poi riconosce che la maggior parte delle decisioni della Fcc sono prese all’unanimità (in media il 94 per cento) e che solo un numero ridotto di queste producono un dibattito e sono decise a maggioranza (6 per cento). Al Sikes mi dice infine: “La mia filosofia è stata di passare dalla regolamentazione alla concorrenza. Il nostro obiettivo non era più di regolamentare, ma di incoraggiare una concorrenza sana. Poi questo principio è stato applicato a internet. Su questa filosofia, ormai, c’è una sorta di consenso tra repubblicani e democratici”.

Non tutti gli ex presidenti o membri della Fcc che ho intervistato condividono per forza di cose questo punto di vista, ma tutti riconoscono che questa agenzia è cambiata a partire dagli anni ottanta. “Quando ero presidente della Fcc, ero io a gestire la regolamentazione. La Fcc è la regolamentazione,” afferma Reed Hundt, che ha diretto l’agenzia durante la presidenza Clinton. Anche a suo avviso, l’ente indipendente creato da Roosevelt è cambiato. Più che fare regolamentazione sui prezzi, il suo compito è creare maggiore concorrenza. “Sa qual è la differenza tra una politica di comunicazione repubblicana e una politica di comunicazione democratica?” mi chiede maliziosamente Hundt. Poi prende un pennarello e disegna diversi cerchi su una lavagna bianca – siamo negli uffici del suo studio legale di Washington. “Per un repubblicano, concorrenza leale è il monopolio, il duopolio o, nella peggiore delle ipotesi, tre società concorrenti in uno specifico settore. Per un democratico sono quattro” (lui è democratico).



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